I Giorno
La centralità di Cristo nella sto-ria e nella vita degli uomini, e il suo primato sull’universo.
Signore Gesù, la tua regalità, profonda-mente spirituale, penetri nel mio misera-bile cuore, per comunicargli la gioia e appagarne la pienezza delle più nobili aspirazioni.
Tu il centro del genere umano: tu « l’al-fa e l’omega, il primo e l’ultimo, il princi-pio e il fine » (Ap. 22,13).
Il Regno di Dio si è manifestato in te come amore che libera i peccatori, gli emarginati, i disperati del corpo e dello spirito.
Tu salvi, per il Regno dei cieli, coloro che ti dànno testimonianza: che vivono come veri tuoi discepoli, in un amore sempre disponibile al perdono e alla mise-ricordia, e perseveranti sino alla fine.
La tua regalità si presenta come mo-dello ad ogni credente perché questi si renda capace di esercitare rettamente il dominio su tutte le cose, liberandosi dal peccato e dalla schiavitù delle passioni.
Entra nel Regno chi diventa salvezza per il proprio fratello.
Tu, pertanto, ci giudicherai assiso alla destra del Padre; e il tuo giudizio sarà salvezza o condanna di ciascun uomo, in rapporto al precetto dell’amore, in parti-colare di solidarietà con i più bisognosi.
Ti riconosco, o Gesù, quale mio Re: ti accolgo nel mio cuore quale mio Maestro e Guida di salvezza.
« Dio onnipotente ed eterno, che hai vo-luto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’universo, fa’ che ogni crea-tura, libera dalla schiavità del peccato, ti serva e ti lodi senza fine.
Per Cristo nostro Signore. Amen ».
« Dio onnipotente, che in Cristo Gesù hai inaugurato nel mondo il tuo regno di amore e di pace, concedi che dopo averti servito con fedeltà in terra, possiamo sta-re con te nella patria celeste.
Per Cristo nostro Signore. Amen. (Dalla Liturgia della Messa)
II Giorno
La Regalità di Cristo affonda le sue radici nella divina rivelazione: riceve una solenne conferma dal Magistero della Chiesa: è suffragata anche dagl’insegnamenti di S. Mar-gherita M. Alacoque, ricevuti da Gesù.
La Regalità di Cristo è un aspetto di particolare riferimento delle guar-die d’onore.
Signore Gesù, quanto meschini sono gli uomini nel capire il significato autentico e profondo della tua regalità!…
C’è chi pensa che tu voglia imitare o attentare o diminuire le sovranità terrene, che, spesso, sono soltanto sete di potere, dittature e tirannie…
Tu ti presenti – è vero – come Re, ma il tuo regno non è di questo mondo, ben-ché esso incominci ad edificarsi, sin d’ora, quaggiù, senza però alcuna concorrenza ai regimi politici di qualsiasi colore.
Quando, difatti, tentarono, a volte, le folle di proclamarti re, tu sempre ti sot-traesti rapidamente.
Il tuo regno è diverso da quanto l’uomo possa immaginare.
Tu sei l’inviato del Padre con la missio-ne d’unico Mediatore di salvezza di tutta la creazione.
Tu solo, Uomo-Dio, hai il potere, nella tua umanità, d’inserirci nella Famiglia de-gli eletti, nel regno del Padre.
Tu, pietra angolare, su cui poggia la sal-vezza definitiva di tutte le creature, di cui sei il primogenito, il re dell’Universo.
Perché tu solo sei l’immagine perfetta di Dio invisibile; e unicamente da te di-pende il compimento del disegno creatore e redentivo di Dio.
Staccatasi la creazione da Dio, per cau-sa del peccato, la tua regalità assume il carattere di una riconciliazione universa-le, che tu operi versando il tuo sangue sulla croce.
Nessuno sfugge al tuo giudizio supremo. Tu ti presenterai sulle nubi del cielo, alla fine dei tempi, quale Figlio dell’Uo-mo, investito d’ogni potere, come giudice dell’universo.
Signore, ti prego d’illuminare tante menti – dileguandone i preconcetti –
perché riconoscano il mistero della tua Chiesa, « ossia il tuo regno già presente in mistero, per la potenza di Dio » (L.G. 3); e che essa non è fatta per sostituirsi ai poteri di questo mondo, ma per agire co-me fermento per migliorarne le condizio-ni. Non intende dominare il mondo, ma servire gli uomini.
« O Dio nostro Padre, che ci nutri con il pane della vita immortale, fa’ che ob-bediamo con gioia a Cristo, Re dell’uni-verso, per vivere senza fine con lui nel suo regno glorioso.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. (Dalla Liturgia della Messa)
III Giorno
Cristo Signore della pace e del-l’unità.
Per noi cristiani è il punto di ri-ferimento essenziale per compren-dere l’uomo e Dio.
Sarà nostro « Re » nella misura in cui la sua parola s’incarna nella nostra vita, con una personale e libera adesione.
Egli propone valori liberanti, doni di grazia interiore che ci abilita a operare secondo lo spirito delle bea-titudini.
Signore Gesù, le caratteristiche che di-stinguono la tua regalità non vengono, da analogie con i poteri politici, ma dalla Croce su cui fosti innalzato e schernito quale « re dei giudei ».
Al buon ladrone, ravveduto e penti-to, che ti riconosce « re di perdono », lo rassicuri con un dolce morente accento: « Oggi sarai con me in paradiso ».
Tu sempre hai respinto come tentazio-ne la trionfale immagine messianica dei tuoi discepoli.
Non hai privilegiato la tua condizione di Figlio di Dio fatto Uomo: non hai pre-teso nulla per te! Ma ti sei offerto a servi-re disinteressatamente gli uomini sino a morir per loro.
La tua regale corona è di spine.
Sei re perché sulla croce il tuo amore è stato più forte delle nostre ingratitudi-ni, delle nostre cattiverie, dei nostri pec-cati.
Meriteremmo rigoroso giudizio!
E tu, invece, ci giudicherai un giorno secondo l’amore e nell’amore traboccante del tuo Cuore di Salvatore.
Quando ritornerai nella gloria a giudi-care « i vivi e i morti », allora risplenderà la meraviglia del tuo amore: quello che si manifestò alla Maddalena, a Pietro, a Tommaso, ai crocifissori per i quali im-plorasti perdono dal tuo Padre celeste…
Signore, il vangelo ci dice che tu verrai con potenza, ma si tratta sempre della po-tenza del tuo amore che si rivelò in ma-niera sconvolgente sulla croce.
Sulla legge dell’amore s’imposterà il giudizio universale: sarà l’ora suprema della verità in cui si rivelerà la realtà del tuo infinito amore.
Tu, o Cristo, sei Signore del mondo per-ché il tuo amore avvolgerà il mondo e lo farà nuovo.
« O Dio, che nel tuo Figlio ci hai dato l’esempio di un uomo nuovo, concedi che noi sappiamo imitarlo nella capacità di perdonare, e nel dono di un servizio gene-roso ai fratelli ».
Per Cristo nostro Signore. Amen. (Dalla Liturgia)