Giovedì 28 Giugno 2018
S. Ireneo (m); S. Vincenza Gerosa; S. Paolo I
12.a Tempo Ordinario
2Re 24.8-17; Sal 78; Mt 7,21-29
Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.
PREGHIERA DEL MATTINO
Oggi tu ci insegni che la fede senza le opere è vana, che la pietà che non si apre all’azione è falsa, assomiglia alla sabbia mobile, sulla quale è impossibile costruire una strada. Le persone di grande spirito sono instancabilmente attive per il regno, anche se chiuse in un Carmelo, e le persone più attive sono soprattutto gli uomini di preghiera che, come san Vincenzo de Paoli, cominciano la loro giornata con molte ore di orazione.
ANTIFONA D’INGRESSO
Darò a voi dei pastori secondo il mio cuore, essi vi guideranno con sapienza e dottrina.
COLLETTA
O Dio, che al vescovo sant’Ireneo hai dato la grazia di confermare la tua Chiesa nella verità e nella pace, fa’ che per sua intercessione ci rinnoviamo nella fede e nell’amore, e cerchiamo sempre ciò che promuove l’unità e la concordia. Per il nostro Signore…
PRIMA LETTURA
Il re di Babilonia deportò Ioiachin e tutti gli uomini di valore a Babilonia.
Dal secondo libro dei Re 2Re 24,8-17
Quando divenne re, Ioiachìn aveva diciotto anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre era di Gerusalemme e si chiamava Necustà, figlia di Elnatàn. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto suo padre. In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor, re di Babilonia, salirono a Gerusalemme e la città fu assediata. Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali l’assediavano. Ioiachìn, re di Giuda, uscì incontro al re di Babilonia, con sua madre, i suoi ministri, i suoi comandanti e i suoi cortigiani; il re di Babilonia lo fece prigioniero nell’anno ottavo del suo regno. Asportò di là tutti i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia; fece a pezzi tutti gli oggetti d’oro che Salomone, re d’Israele, aveva fatto nel tempio del Signore, come aveva detto il Signore. Deportò tutta Gerusalemme, cioè tutti i comandanti, tutti i combattenti, in numero di diecimila esuli, tutti i falegnami e i fabbri; non rimase che la gente povera della terra. Deportò a Babilonia Ioiachìn; inoltre portò in esilio da Gerusalemme a Babilonia la madre del re, le mogli del re, i suoi cortigiani e i nobili del paese. Inoltre tutti gli uomini di valore, in numero di settemila, i falegnami e i fabbri, in numero di mille, e tutti gli uomini validi alla guerra, il re di Babilonia li condusse in esilio a Babilonia. Il re di Babilonia nominò re, al posto di Ioiachìn, Mattania suo zio, cambiandogli il nome in Sedecìa.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 78)
R: Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.
O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici. R.
Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.
Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.
Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia? R.
Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!
Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome. R.
CANTO AL VANGELO (Gv 14,23)
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
VANGELO
La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia.
+ Dal Vangelo secondo Matteo 7,21-29
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Parola del Signore.
OMELIA
Nella storia dei regni, delle nazioni come in quella delle famiglie e della singole persone si incontrano dei periodi belli ma anche oscuri, di sofferenza e a volte di crisi, di distruzione. Così avviene del Regno di Giuda che viene ridotto in cenere da Nabucodonosòr che si impadronisce di Gerusalemme, distrugge tutte le sue fortificazioni, deporta il re Joiachìm, la sua famiglia, quelle della gente più ragguardevole, lasciando solo i più poveri e inoffensivi per la coltivazione della terra. E’ la grande deportazione in Babilonia, quella che viene chiamata “schiavitù di Babilonia”. Dinanzi a questa distruzione, ci si chiede il motivo… E il motivo è così indicato dal sacro testo: “Joiachìm fece ciò che è male agli occhi del Signore!” Quest’affermazione non potrebbe darci una chiave di lettura delle sventure che piombano su nazioni, famiglie e individui? Quanti mali ci producono i nostri errori, le trasgressioni, l’avidità di ricchezza e di un vita spensierata! Il brano odierno del vangelo di Matteo è una conferma di quanto sopra esposto. Non bastano le belle parole, nemmeno le ripetute invocazioni per entrare nel regno di Dio ed evitare quindi la perdizione eterna, la somma di tutti i mali: Occorre “fare la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Il Signore porta la similitudine della casa per indicare la vita dei singoli come quella delle famiglie, delle comunità ecclesiali, delle nazioni… In ogni circostanza è necessario porre solide fondamenta, “sulla roccia”, perché nel momento della tempesta, della prova, della sofferenza non si venga meno e si cada nella sfiducia e nella disperazione. La roccia è Cristo Signore, il suo esempio, il suo insegnamento. Non c’è da meravigliarsi se i singoli fedeli, le famiglie, le comunità e le opere di apostolato cadono e vanno in rovina. Non hanno fondamenta solide. Sono fondate su valori umani, su interessi, su valori effimeri: salute, avvenenza, ricchezza… ignorando le esigenze dello spirito. Quanta sofferenza, quanto strazio semina nel mondo il rifiuto della legge di amore del vangelo! (Padri Silvestrini)
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Il sacrificio che ti offriamo, o Padre, nel ricordo della nascita al cielo di sant’Ireneo, glorifichi il tuo nome e ci ispiri l’amore alla verità, perché custodiamo intatta la fede, e salda l’unità della Chiesa. Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
«Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone;
vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» .
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
La partecipazione a questi santi misteri, o Padre, ci comunichi la fede viva, che sant’Ireneo testimonio fino alla morte, perché diventiamo anche noi veri discepoli del Cristo tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
PREGHIERA DELLA SERA
Come si possono fare miracoli e cacciare i demoni nel tuo nome, Signore, e nello stesso tempo non essere conosciuti da te? I tuoi doni sono senza ripensamento, i tuoi doni collaborano all’edificazione del corpo di coloro che ne sono i dispensatori. Custodiscici lontani dal peccato commesso dai cristiani di Corinto, che consideravano i tuoi doni come un fine in sé; concedici, in questo tempo della civiltà dei consumi, una vita mistica, una vita di unione a te che sia sovrabbondante nella pratica della carità.